Comunicare ai bambini le “cattive notizie” e spiegare gli orrori del mondo

Nell’accompagnare la crescita di un figlio, alcune capacità dei genitori e in generale degli educatori, sono particolarmente preziose. L’amore, la valorizzazione di ogni successo e indipendenza, la ricerca e lo sviluppo delle proprie abilità, lo spiegare le esperienze, belle e brutte, della vita sia all’interno della famiglia che nella società. Ma cosa succede se invece di spiegare la realtà, anche nelle sue forme più dolorose, i genitori e, in generale, gli adulti scelgono il silenzio pensando di proteggerli? Lasciano i bambini soli ad affrontare questi “fantasmi/mostri”; i bambini non si sentiranno protetti e al sicuro e penseranno che la situazione è così enorme e difficile da non poter essere affrontata/superata. Col pericolo, inoltre, che riceveranno risposte da altre fonti (compagni, mass media, internet). Il processo di crescita può essere più o meno sereno e in circostanze dolorose è fondamentale anche il ruolo di prevenzione per promuovere la salute mentale e psicologica dei piccoli. Per fare questo è necessario mediare tra il loro universo cognitivo emotivo e affettivo e la cruda realtà attraverso le “giuste parole” ed è anche importante saper riconoscere i segni di malessere che i bambini manifestano di fronte a eventi stressanti. Chi come genitore, insegnante, educatore, ecc. non si è mai chiesto “E ora che faccio glielo dico? E come glielo spiego?” Nel corso dell’incontro si affronterà questo tema fornendo linee guida, riconosciute a livello scientifico internazionale, su come si può spiegare ai bambini il terrorismo, gli attentati, la guerra, il terremoto, la morte, la malattia, ma anche la separazione ecc. Con l’obiettivo di proteggerli! La comunicazione efficace inserita in un relaziona autorevole in un clima di autenticità, è uno dei primi fattori di protezione per aiutare i minori a reagire agli eventi traumatici.